"Perché voi siete di quelli che non hanno Paura"


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I giorni prendono forma piano piano, anche il tempo corre velocissimo. Questa è la fine della mia terza settimana qui a Londra. Sto cominciando a non perdermi più e a fare a meno della mappa della tube, ma benedetto chi ha inventato Google Maps e gli smartphone!Cammino tanto perché all'inizio di questa settimana abbiamo avuto la pessima notizia che la trattativa per la casa per cui avevamo firmato il pre-contratto è sfumata. Ci siamo ritrovati nuovamente in mezzo a Gumtree, Spareroom e Easyroomate. Un incubo di telefonate, spelling e appuntamenti saltati perché non si sa per quale fenomeno spazio-temporale le stanze andavano via. Gente che voleva piazzarti cessi. Giovani, persino italiani, che provano a convincerti che l'assenza del soggiorno e di un tavolo in cucina in una casa è il "London style", si mangia in camera. Ma anche no. Domani mattina c'è di nuovo il terrore di un buco nell'acqua. Magari la prossima volta che scriverò un post sarà altrove e non diciamo più niente.

In questi giorni a Lampedusa è successa una cosa molto brutta e mi è arrivata solo l'eco di certe idiozie che hanno detto in Italia. Mi sono chiesta cosa accomuna me e una qualsiasi delle persone che sono affogate e che forse non si troveranno mai più, inghiottite dal mare. Tante speranze, poche o nessuna alternativa nel Paese di partenza e alla partenza. 
Sostanzialmente la differenza sono i soldi, l'essere nata quegli X chilometri più a Nord, il mio biglietto Easyjet, i trasferimenti monetari dei miei genitori in caso di necessità, Skype, un contratto che mi aspettava, uno forse rinnovato, la possibilità di scegliere, anche se ho avuto e sto avendo tante difficoltà.
E' inutile fare i politically correct: la vera differenza la fanno i soldi, perché loro  probabilmente sono, erano, più forti fisicamente e psicologicamente di me, forse più preparati, laureati, speranzosi, innamorati, desiderosi di dare una svolta alla loro vita anche più di me, perché io un posto per tornare ce l'ho e loro invece no. Sono emigrata per scelta, nonostante tutto, mentre loro chissà se l'avrebbero fatto se avvessero potuto scegliere. 

Si possono sprecare tante parole: essere emigranti non è facile, a partire da una lingua che ti impedirà sempre di capire e comunicare al 100%, e chi parte non torna mai come era all'inizio.
Io ho sul mio desktop la foto pubblicata qui sotto. Ho un biglietto aereo prenotato per il 17 dicembre per passare Natale con chi amo. 

Loro non arriveranno mai, non torneranno mai.



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