Archive for November 2013

Home is where heart is


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Scrivo questo post su un treno London Euston- Manchester Piccadilly Gardens. Ieri è stato il Thanksgiving Day e io ho avuto una giornata davvero complessa a lavoro, me ne sono ricordata quando il boss ha fatto gli auguri agli studenti, infilandoli in una battuta. 
Sto andando a Manchester da sola, come a giugno 2012; anzi, questo tratto di Inghilterra l'avevo sorvolato su un aereo BritishAirways dove mi avevano offerto un panino con i funghi che non potevo mangiare e che non avevo il coraggio di farmi cambiare. Tornavo a casa, scrivevo una lunga mail sulla bellezza degli aeroporti e quella delle stazioni. Mi stavo riprendendo la mia vita. 
Oggi percorro lo stesso pezzo di England con un treno Virgin, che mi sarei aspettata migliore, dati i  trentaquattro pound del biglietto. Tra un'ora esatta arriverò in quella stazione che conosco così bene, so quale bus notturno prendere e quale porta bussare, quale abbraccio familiare mi accoglierà.
Stamattina, tra un impegno e l'altro, due impiegati amministrativi stavano arredando l'ufficio e facevano l'albero. Mi hanno chiesto se volessi aiutarli e io mi sono fermata, perché manca meno di un mese a Natale e a casa mia non ci sono ancora decorazioni. Casa mia.
In alcuni dei blogs che seguo, ieri sono stati pubblicati post di ringraziamento. E allora questo post, scritto su un seggiolino orientato in senso opposto alla direzione del treno, sarà post-datato a ieri. 
So, thank you for all my homes. Grazie per le mie case. Grazie per la home che mi aspetta al paese, la casa dove continuerò a fare l'albero e il presepe, probabilmente litigando e rivivendo sempre le stesse emozioni. Grazie perché mi aspetta da tre mesi il 17 di Dicembre e sempre rimarrà il nido dove tornare. Grazie alla mia Clichy home, il posto in cui voglio tornare la sera e da cui ogni mattina mi allontano sorridendo alla vita, non sempre semplice, che sto vivendo. Grazie alla mia Queen home, il posto dove sto crescendo come persona, che permette di camminare con le mie gambe, che mi dà continuamente nuove opportunità, in cui ho incontrato amici. E si sa che, quando espatri, gli amici diventano la famiglia, l'emergency number in caso di bisogno. Grazie per la  home in cui sto per tornare, dove so che troverò sempre calore in questo Paese così bagnato.
Ho sempre pensato che non sarei riuscita mai a sentirmi a casa da qualche parte e invece ho capito che non potrò mai considerare solo un posto casa mia, ma avrò sempre un pezzo di cuore ovunque.

Teaching evaluation questionnaires


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Ai nostri studenti sono stati dati i questionari di valutazione dei docenti in cui c'è un piccolo riquadro che riguarda i teaching assistants, cioè me e i miei colleghi. Ho 336 studenti divisi in sette classi e li incontro anche quando il professore fa lezione. Con me c'è un'altra teaching assistant che ha un altro corso e quasi la metà dei miei studenti. Dividiamo lo stesso "module convenor", ma io sono pagata a contratto e lei è una gran bella phd student iraniana di 32 anni, che viene pagata ad ore.
Ho visto i questionari dei suoi studenti e nei commenti hanno scritto che è bella e hanno segnato "very good", qualcuno ha scritto che non sorride mai e c'erano anche dei "poor".
Nei miei questionari (che ho controllato anche se non avrei dovuto), un paio di persone hanno scritto "average" e poi tutti good and very good, anche quando il professore riceveva voti bassi. Nessuno ha scritto che ero bella, ma ho trovato un excellent teaching e parecchia soddisfazione. Certo, se fossi stata alta, bionda e magra come la mia collega avrei avuto i miei voti positivi con grande facilità. Solo che sono bassa  e sembro una ragazzina. Vedo però le facce dei miei studenti che mi fermano per i corridoi e sanno chi sono e mi parlano di loro. Vedo i cinesi, così chiusi e rispettosi, rispondere al sorriso che ho sempre e non avere più timore di rispondere in aula, soprattutto le ragazze. E sì, il mio big-boss-manager-della-City ignora continuamente la mia collega, fidandosi solo di quello che gli dico io e comportandosi come se esistessi solo io. 
Nei miei 27 anni ho visto andare avanti (e a volte passarmi avanti) molte persone solo per l'aspetto fisico, ma leggere che i miei tutorials sono ben spiegati vale molto di più che ricevere "the beauty of the tutor" come risposta alla domanda "qual è la cosa migliore del corso". Costa molta più fatica, tempo e pazienza, spero che nel lungo periodo porti frutto.

Everybody, everybody wants to love Everybody, everybody wants to be loved...


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Succede che il tuo Boss, un giovane 35enne top manager nella City, ti risponda ad una mail dal suo indirizzo di posta privata e tu, senza esitazioni, lo googli, perché la curiosità è donna e perché, alla fine, pure tu usi diversi indirizzi per diversi scopi e chissà se.
Succede che scopri che il tuo Boss, super-figo-atletico-tutto-soldi-e-successo, sia su un sito di appuntamenti per cercare una relazione a lungo periodo/moglie.
Succede che l'idea che ti eri fatta sui gusti e la persona sia esattamente quella della descrizione, e che adesso capisci il motivo di certe domande e del perché vi intendiate, l'unico errore di valutazione che hai commesso riguarda la facilità con cui è capace di trovare una donna. 
Succede che ti rendi conto che non è possibile capire cosa serva per trovare quella/o giusta/o e che forse è soltanto una questione di culo. Se non ci riesce lui, figurati se ci riesci tu, ma questo può renderti stranamente ottimista: tutto sommato la maggioranza è sulla stessa barca.

La Noyee - Yann Tiersen


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Ho sempre avuto un senso critico molto sviluppato; qualcuno le chiamerebbe analytical skills , che Wikipedia identifica come "the ability to remain neutral, quickly identify the problem, then offer sound rational solutions omitting emotion by use good reasoning in analyzing a situation and also the ability to problem solve." C'è sempre una certa neutralità in ogni mia relazione sociale, una sorta di zona grigia che pongo tra me e le persone e che mi serve per osservarle da una distanza oggettiva. Ha sempre funzionato, perchè questo mi ha salvata da ogni tipo di dipendenza emotiva e/o affettiva e ogni forzatura di questa distanza si è trasformata in un'invasione che ho sempre arginato allontanandomi di più. Mi hanno anche incolpata di essere poco affettuosa e, da qualche parte in questo blog l' ho già scritto, di non riuscire ad accettare le imperfezioni del mondo.
So di avere una notevole capacità di rimanere neutrale, una volta mi attaccarono persino accusandomi di non prendere mai posizione, di mon avere una idea sulle cose. 
In realtà ascolto tutto e analizzo constantemente. Le persone e il loro modo di agire non sono difficili da prevedere ed anticipare, se si riesce ad osservare con calma. Anche qui, tutti tendono a fidarsi di me e raccontarmi dei loro problemi perchè la maggior parte delle persone adora essere ascoltata, ma se parlassero ad un muro sarebbe ugualmente soddisfacente per loro No, non è una opinione negativa sull'umanità, d'altra parte piace anche a me essere ascoltata. 
Difficilmente rimango stupita dai comportamenti umani, perchè tutti agiamo secondo incentivi e una volta capiti quali questi possano essere, hai chiaro in mente di chi ti puoi fidare e di chi no, quali sono i loro limiti.
La gratuità non esiste, o almeno io l' ho vista pochissime volte. E quando l'ho ricevuta da chi nemmeno poi avevo sufficientemente osservato, mi ha destabilizzato, perché è davvero più unica che rara. Come la riconoscenza. Temo sempre di rimpicciolire  troppo la mia zona di protezione, quando qualcuno fa qualcosa per me, gran parte di chi mi sta intorno mi considera un muro di gomma, senza possibilità di danno, senza nemmeno il diritto ad avere le palle girate senza senso. Comunque queste due qualità, gratuità e riconoscenza, controbilanciano l'asetticità delle mie analytical skills. Faccio le cose senza dover avere necessariamente qualcosa in cambio e so essere riconoscente.
L'aver espatriato ha ridimensionato molti rapporti e non posso negare la delusione nei confronti di alcuni. Chi mi conosce sa la difficoltà che ho nel rimpicciolire la zona grigia, ma è anche e soprattutto colpa mia, che do l' impressione di farmi trovare sempre dalla stessa parte, come se niente fosse cambiato. Certo, se allontanti le persone dal tuo nucleo, alcune di esse sono cosí piene di sè che nemmeno se ne accorgono.

From Tate Modern Museum, London


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Il mio corpo che cambia...


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Avevo in testa di cucinarmi uno spaghetto ai frutti di mare da almeno una settimana. Quale giorno migliore se non il primo in cui sono rimasta sola a casa mentre i miei due coinquilini ripartivano per l'Italia? Ho goduto di quel piatto che non odorava davvero di mare, ma era qualcosa che lo ricordava e neanche troppo lontanamente. 
Ieri ho avuto una reazione allergica. E il mio corpo cambiava e sentivo che c'era qualcosa che non andava. Ho rassicurato le persone che non avrebbero dovuto preoccuparsi e ho fatto il numero di un amico per chiedergli di accompagnarmi al pronto soccorso. Avevo visto il mio corpo invaso da macchie rosse e pruriginose, sempre più aggressive. 
Sono in terra straniera. La lingua dei medici non è la mia lingua. Le regole degli ospedali non sono le mie regole. Ho telefonato alla mia supervisor e il cellulare era spento, avevo altri numeri in rubrica, ma per fortuna il secondo della lista si è precipitato. Sarei andata da sola, ma quando ho visto la mia schiena e la mia faccia cambiare colore ho avuto paura e ho pensato che avevo bisogno di qualcuno, di qualcuno che parlasse la mia lingua,  che sapesse chi sono e potesse aiutarmi giusto in caso.
E' andato tutto bene e sto prendendo i primi antistaminici della mia vita. Non so se davvero siano stati i frutti di mare a farmi male o una serie di sfortunate coincidenze che hanno fatto esplodere la reazione. C'è il fatto che il mio corpo adesso è continuamente esposto ad agenti diversi. Ed è vero che l'Inghilterra è un Paese sviluppato, ma c'è una quantità impressionante di persone da tutte le parti del mondo e ci sono cibi e cose che non ho mai provato. E a cui devo abituarmi. La mia orticaria come la più tipica delle diarree del viaggiatore.
Il Sistema Sanitario Nazionale Inglese mi ha permesso di essere visitata e curata gratuitamente e mi hanno dato anche le medicine di cui ho bisogno. 
Stamattina sono andata a prendere appuntamento per farmi registrare come nuova paziente nella clinica dei GP della mia zona. Non ho mai avuto bisogno del medico generico in Italia, ho sempre goduto di una salute resistente e figuriamoci che potevo saperne di allergie. Ma il corpo cambia e bisogna ascoltarlo. 

Oggi quando sono uscita dall'Università c'era stato un incidente ed un ciclista è morto. La zona era stata transennata e il corpo coperto, ma lo zaino nero e la bicicletta accartocciata erano ben visibili.

Poteva venirmi uno shock anafilattico e non avere il tempo di chiamare nessuno. Potevo passare la serata da sola nella waiting room di un ospedale pulito e con le sedie e qualche parete di un delizioso verde lime. Poteva non succedermi niente. Potevano accadere tante cose, ma io adesso ho la mia bella tazza di tea, i minimuffins, la casa tutta per me, la musica e il caldo del mio salotto e la mia pelle del mio bianco naturale.

Per qualcuno  da oggi, quel punto di Mile End, esattamente fuori alla facoltà di Ingegneria, rimarrà per sempre il luogo dove ha perso una persona cara. Io mi ricorderò, in quel punto, del giorno in cui sono guarita da una reazione allergica e posso stare qui a scriverne. We are so breakable.

St. Paul's Cathedral, London, today


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