Archive for December 2013

Delle caramelle gommose...


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Né io, né mia sorella siamo state cresciute con vizi. Mia mamma è ancora oggi una strenua opponitrice dei grassi idrogenati, cosí niente merendine e/o patatine fritte confezionate, da piccole. Io e mia sorella risolvevamo comprando ogni tipo di schifezza quando mamma era costretta a lasciarci dalla nonna. 
Alla fine cresci con il desiderio di quelle cosacce e quando le mangi sembra sempre che il senso di colpa si depositi sul tuo fegato. Ancora oggi mangiamo patatine di nascosto, quando siamo a casa dei nostri genitori. 
E` facile assistere nei supermercati a scene di bambini che chiedono caramelle o junk food alle mamme e a mamme che negano o accondiscendono pur di non ascoltare i piagnucolii. Che io ricordi, difficilmente chiedevamo o davamo fastidio e aspettavamo le feste comandate per ricevere il nostro paradiso di zuccheri complessi. 

Oggi sono andata al supermercato con mia madre e nel reparto dei dolciumi mi faceva vedere le caramelle e mi chiedeva se ne volessi e mi ripeteva di prendere qualsiasi cosa mi piacesse. La verità è che non ho preso niente ed ero anche un po` in imbarazzo, dal momento che nel supermercato non eravamo sole e ho 27 anni e in valigia non posso mettere niente e non è il caso di imbarcarlo come grasso in eccesso, ma anche perchè ho una casa e posso comprare le cose che voglio  in un Paese dove beccarsi il diabete sembra un sport nazionale. Siamo comunque uscite da lí con un kg di caramelle gommose che mi sono ritrovata sulla scrivania. 

Mi sarebbe piaciuto vivere questa scena vent`anni fa, o almeno dire alla me di vent`anni fa che un giorno avrei vissuto quella scena.


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the year of letting go, of understanding loss. grace. of the word ‘no’ and also being able to say ‘you are not kind’. the year of humanity/humility. when the whole world couldn’t get out of bed. everyone i’ve met this year, says the same thing ‘you are so easy to be around, how do you do that?’. the year i broke open and dug out all the rot with own hands. the year i learnt small talk. and how to smile at strangers. the year i understood that i am my best when i reach out and ask ‘do you want to be my friend?’. the year of sugar, everywhere. softness. sweetness. honey honey. the year of being alone, and learning how much i like it. the year of hugging people i don’t know, because i want to know them. the year i made peace and love, right here.

-Warsan Shire

Struffoli


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Gli struffoli sono un dolce tipico natalizio delle mie zone. A me, come sono preparati di solito, non piacciono molto, li preferisco senza condimento, cioè senza il miele che li rende azzeccosi ed ingestibili. Oggi è 23 ed è il giorno giusto per partire ad impastare e scrivo la ricetta qui sul blog perché è una ricetta non troppo difficile che potrei riproporre a Londra: dove sta scritto che vanno fatti solo a Natale?

Alla fine sono gli ingredienti la parte più importante, il procedimento è sempre lo stesso.
Per 5 persone:
500gr farina,
75gr zucchero,
75gr olio
10gr sale,
4 uova,
2 grammi ammoniaca,
un poco di anice.

Il problema è che non so dove comprare l'ammoniaca in UK e soprattutto non posso comprare una bottiglia di anice, soprattutto perché quando vado a comprare dell'alcohol dovrei portare il passaporto, visto che non credono mai che abbia 27 anni. Proverò senza queste due cose e vedremo cosa ne uscirà.

Per la frittura, se non si lavora in coppia (e nel mio caso Mamma friggeva), conviene fare prima tutte le pallette e poi friggere in abbondante olio. "Mangiann' e frienn'" si dice da queste parti, appena cotti sono divini.


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"Ci sono troppe cose di cui dobbiamo
occuparci ogni giorno, troppe cose nuove da imparare. Nuovi metodi,
nuove nozioni, nuove tecniche, nuove parole... E tuttavia
ci sono esperienze che, per quanto tempo possa passare e per
quante cosa possano accadere nel frattempo, non si riescono 
a dimenticare. Ricordi che non si sbiadiscono. Eventi che rimangono
dentro come pietre miliari."
Murakami Aruki, daKafka sulla Spiaggia)

Eterno ritorno


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Il mio parrucchiere mi ha detto che Londra mi fa bene, mi ha vista serena e rilassata. E' vero, lo sono, sono in vacanza. Nel viaggio di ritorno in treno un vecchio mi ha abbordata e ha voluto fare conversazione. Mi ha fatto un sacco di complimenti e devo dire che mi ha fatto un certo effetto quando ho detto "vivo e lavoro in Inghilterra". Poi è sceso e nel frattempo era salito un ragazzone con gli occhi verdi con cui ho scherzato quando il vecchio è sceso. Io ho messo su la musica, ma quando ho visto il mare, mi è scappato di sorridere e così lui ha cominciato a parlare. Si è pure presentato e alla fine scendeva alla mia fermata, voleva offrirmi un caffè, ma io avevo voglia di tornare a casa e poca voglia di conversare. Mi ha salito la valigia su per le scale ed è stato proprio gentile, io non ci sono proprio abituata a questo tipo di attenzioni.
In realtà viaggiavo leggera e pensavo davvero a come sarebbe stato rivedere qui tutto.
La verità è che è tutto esattamente uguale, solo che adesso ho una casa anche a migliaia di chilometri da qui, il mio letto, le mie lenzuola, i miei vestiti e se sono così tranquilla è anche perché so che là tornerò.


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"

A serious girl, when she finds someone who calms her spirit and quiets her busy thoughts, will love you so fiercely, it will defy even her own logic and reasoning.



"è quasi casa, è quasi amore"


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E quindi domani si torna a casa. La mia professoressa di Italiano al Liceo diceva sempre che le frasi non vanno mai cominciate con la "e" congiunzione, perché prima c'è un punto e il punto stoppa ogni possibilità di unione. Però poi diceva che usarla così era una licenza poetica e allora io la usavo perché amo i punti e gli elenchi puntati, ma cominciare con una congiunzione significa che no, niente è per sempre, niente è staccato, c'è sempre qualcosa da unire o qualcosa che non si dimentica.
E quindi domani si torna a casa; a quest'ora domani starò mangiando una pizza, sarò a Napoli nella casa dove ho vissuto i nove mesi più stressanti e sereni dell'ultimo decennio. Torno a casa da quel 14 settembre, in cui sono arrivata all'aeroporto e avevo due valigie di sogni. Ho passato qui questi primi tre mesi, difficili e pieni di soddisfazioni. Torno a casa e temo di non sentirmi a mio agio, di non riuscire a rivedere tutti, di non accontentare tutti, insomma, le solite fisime di una vita. "Il problema è che non so dire di no" ho detto al mio Boss, quando mi ha detto che era impressionato dal lavoro che avevo fatto e da come lo avevo svolto e mi ha detto che dovrei imparare e io gli ho detto che non è la prima volta che lavoro e "The fact is that people trust me, give me responsabilities and at the end of the story I have to handle everything" e lui mi ha detto che mi capiva molto bene, me l'ha ripetuto un paio di volte. 
Ho pochi giorni da passare a casa, tutto sommato, un altro aereo mi aspetta e mi aspetta un semestre ancora più complesso in cui dovrò giocarmi di nuovo le poche carte che ho. Mi sembra una vita da quando ho respirato aria napoletana, mi sembra ieri.

Fog Part II


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It was so frustrating today. I invigilated for an associated exam, that means Erasmus students doing exams. There were 20 people and I spent two hours just looking at them while they were writing. Bloodly boring. There were only two guys who tried to cheat and they were Italian. It was disappointing so I told them "stop behaving like Italians" in Italian. If your behavior is bad it becomes so easy to point out how "Italian" you are. After having invigilated I had other administrative tasks and so going up and dow in the Department.  I eventually went to my Boss' lecture. At the end of class he always wants to talk with me and I am not so happy since my English really sucks at end of the day. By the way, we talked about Japan and then told me he is going to give a special feedback to the Head of School about me and my work. He repeated three times that I deserve it. I tried to play down the importance of what I've done, especially because this is the only way I know to do my job. Yesterday I was so tired as to cry and today I was walking listen to my music and smiling, and it's not just because he is a big wig, but because I used my usual approach and even if he is a kind of genius, he has also some weakness. 

Never underestimate the power of empathy.

Fog


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Ieri e' stata una giornata davvero particolare. La nebbia e' calata su Londra come non si era vista da parecchio e tutto era grigio. I soliti grattacieli erano nascosti e sembrava un paesaggio nuovo, tutto piu' silenzioso e anche un po' tetro, visto che non si vedeva piu' lontano di 50metri. E' stata una giornata lunga e pesante a lavoro. Ho avuto a che fare un professore che era "such a dick" e sono corsa avanti e indietro nel campus per tutto il pomeriggio. Parecchia fretta per finire le correzioni dei compiti. La mia supervisor si fida di me e sono diventata la sua confidente, il che mi onora ma mi ruba parecchio spazio, tempo e fatica mentale. Ho finito la giornata col mio Boss e ho lasciato l'ufficio quasi alle 22. The Cooperative stava per chiudere e cosi' per la seconda volta in 15gg sono rimasta senza latte. Quando stavo tornando a casa ero un po' triste perche' mi sarebbe piaciuto tornare a casa dove dove qualcuno mi avrebbe abbracciata senza chiedere niente piu' e invece sono tornata a casa e il mio coinquilino, vedendomi seduta sul divano con ancora addosso il giubbino, mi ha chiesto "ma perche' che hai fatto oggi?". E pensare che lavoriamo nello stesso posto. L'altro coinquilino invece voleva che andassi nella sua stanza ad ascoltare il racconto della sua uscita con la prof di cui e' ta. E si', lavoro anche con lui. Non so la gente che pensa, come ragiona. Ero distrutta e se non mi fossi chiusa nella mia camera mi avrebbero ammorbato ancora con le loro cose. 


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"Sei uno che per principio non s'aspetta più niente da niente.
Ci sono tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa di esperienze straordinarie; dai libri, dalle persone, dai viaggi, dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in serbo. Tu no. Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio. Questa è la conclusione a cui sei arrivato, nella vita personale come nelle questioni generali e addirittura mondiali. "

Italo Calvino - " Se Una Notte D'Inverno Un Viaggiatore"


"Let's finish what we've started"


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Tornare nel posto che ha letteralmente cambiato la tua vita non e' mai facile. La verita' e' che quest'estate ero con sorella, c'era il mio compleanno e c'era questo grande passo di nuova vita a Londra a un passo dal venire. E' stato uno dei viaggi piu' straordinari che abbia mai fatto, ma era una vera e propria vacanza.
Questo week end e' stata una nuova prima volta. Ho dormito nel letto in cui ho scritto la mail che ha spezzato la catena che mi stava soffocando. Ho reincontrato l'amica V. nel posto in cui eravamo solite darci appuntamento per uscire. C'erano le luci di Natale, i mercatini, tantissima gente. Entrambe avevamo i nostri giubbini pesanti e le nostre vite nuove di zecca. Entrambe con i brividi nel rivedere quei posti cosi' importanti per noi, cosi' meravigliosi e anche un po' dolorosi. C'era una black forest hot chocolate a coccolarci, il nostro Costa Caffe' in Piccadilly.  "Just because everything's changing doesn't mean it's never been this way before." Ho trascorso due notti a chiacchierare, a parlare, sedute sul letto con un barattolo di cioccolatini. Questi mesi qui mi hanno resa molto indipendente. C'e' stato un momento della mia vita in cui ho pensato che non sarei mai riuscita a stare da sola e questo mi stava quasi distruggendo. In Patria hai il conforto di avere "sotto mano" qualcuno in caso di necessita', ma qui ci sono dei constraints notevoli, tipo il telefono, internet e la dipendenza dallo smartphone. Essere abbracciati, ascoltati, consolati, o semplicemente non dover dimostrare che tutto va ed e' andato sempre bene, manca.  Ho passato ore a guardare una bimbetta di quattro mesi sorridermi. E' stato anche il momento di fare due conti. E mi sono resa conto che sono forte e indipendente e sono anche tremendamente incapace di lasciare che qualcuno si occupi di me. Ho realizzato che sei anni non si chiudono cosi' e non e' per l'amore che non c'e' piu' da un gran bel pezzo, ma perche' non ho proprio la capacita' di "rely on someone else". Cosi' ho persino pianto, quando P mi ha detto "look at you, in this room after one year!" Perche' mi ha fatto l'elenco delle cose che ho fatto e lei si' che ha visto la mia pelle cambiare. It's Lea's time, she said, you are so beautiful, the nicest person I have ever met. E mi sono resa conto che ci sono ancora tante cose su cui devo lavorare.
Ho un paio di calzettini microscopici appesi al letto, vicino al calendario delle cose da fare. E' il mio reminder; "remember to be proud of yourself, next year task will be to be a sexy foxy woman". I'm working on it.