This is not the end. This is not the beginning...


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Di questo periodo devo conservare diverse cose. Dovrei ricordare molte cose, perché in mezzo a tutto quello che ho studiato è passato il mese più complesso e stressante vissuto fino ad ora. Dovrei scrivere di molte che cose e lo farò in disordine, come il mio cervello, veramente stanco, mi suggerirà. E' stato l'ennesimo periodo di prime volte, o meglio, di nuove abitudini, di nuovi giorni. Ho riportato a casa una valigia e uno zaino pieno di quaderni a quadrettoni e libri e fogli. Ho consumato quattro penne. Ricorderò molte cose, sicuramente non il modello di Hotelling con costi quadratici, né il General Method of Moments, ma ricorderò le elezioni politiche così difficili e vissute così da lontano, come se il Paese non fosse il mio. Ricorderò il messaggio delle dimissioni del Papa, la telefonata e la corsa per vedere chi sarebbe stato quello nuovo, perché partecipare alla Storia dà sempre i brividi. Ricorderò la pioggia incessante, i tuoni e il vento ovattati dalle finestre e porte/finestre che non riesco mai ad aprire. Gli stivali distrutti dall'acqua. La tranquillità nel pensare che mi avrebbero accompagnata a casa, ché tanto la giornata passerà al coperto.  Ma ricorderò anche il sole, il cielo tremendamente azzurro, il caldo e il freddo troppo vicini da farci l'abitudine. Un panorama a 360°. La Città della Scienza che brucia. Ricorderò i caffè. Tanti caffè. Per me che non l'ho mai amato è diventato un piccolo rituale, il segnale di inizio, la carezza che riattiva il cervello, l'argine al sonno atavico che non ho mai avuto. Gli occhiali nuovi. Ricorderò chiacchiere e confidenze, voci dai toni insostenibili, sfoghi, tensione, silenzi e risate. Ho riso tanto, ho sorriso nonostante la consapevolezza di avere avanti a me dodici, tredici ore di libri. Ho scoperto che posso studiare fino alle due di notte, ad orari che non credevo esistessero. Posso puntare una sveglia alle 5 per sfruttare meglio la mattina. L'ibuprofene è stata mia compagna nella resistenza. Ricorderò i segni. Le coincidenze. Mezz'ora a parlare di dottorati, schiacciata in un pullman. I fogliettini, la prima volta che ho copiato.  Ricorderò il non riuscire più a distinguere i giorni della settimana, se non dai numeri. I calendari e l'organizzazione, quello che manca e ancora c'è da fare. L'abbraccio del mio cabbage quando tutto era finito e ci stavamo per dividere, ma solo per un po'. La musica. La sana suonata al pianoforte che ho fatto dopo non so più quanto tempo. Quello che scopri di dover ancora studiare alle 23,30 del giorno prima dell'esame. Ricorderò una convocazione e un messaggio. Ricorderò di essere in grado di abbattermi per un'ora e poi di mettere da parte la delusione e ricominciare da zero. Tornare a casa e trovare cucinato. Non sapere più niente di quello che c'è attorno. La pazienza di chi sa aspettare. I messaggi dalle amiche distanti che sono sempre dalla tua parte. Il bacio di mamma sotto al palazzo mentre viene per darmi una mano con le borse, facendomi gli auguri. L'organizzazione di papà per spingere i miei sogni. Le conversazioni non-sense. Sentirsi bene, nonostante tutto. Passa tutto, perché passa sempre tutto. E' il ricordare per cosa siamo passati che fa la differenza.